C'è un pigia pigia impudico per inserirsi nel vuoto lasciato dalla tremenda spallata che il movimento di Beppe Grillo ha assestato al sistema dei partiti. Michele Santoro, che evidentemente ha un alto concetto di sè, ha proposto un 'suo' governo che, a sentir lui, dovrebbe essere sostenuto dal Movimento 5Stelle e dal Pd. Premier Stefano Rodotà, Interni Anna Maria Cancellieri, Difesa Fabio Mini, Istruzione Milena Gabanelli, Welfare Maurizio Landini, Sviluppo Fabrizio Barca, Economia Luigi Zingales e via elencando. Ancora un passo e Santoro si sarebbe autonominato presidente del Consiglio o, almeno, ministro delle Comunicazioni.
A sentir questi nomi nel programma televisivo condotto da Paola Saluzzi, Paolo Flores D'Arcais si è illanguidito, inumidito quasi fino alla lacrime: «Sarebbe un governo meraviglioso» ha mormorato, in estasi. Invece la proposta di Santoro è grottesca, in sè e nei designati, peraltro incolpevoli. Non si vede perchè Grillo, vincitore di fatto delle elezioni, dovrebbe farsi dettare le alleanze e il governo da Michele Santoro. Grillo non farà alleanze con nessuno, lo ha ripetuto fino alla nausea, in quanto al governo se lo sceglierà lui con gli uomini che indicherà lui, al momento opportuno, se arriverà. E veniamo ai nomi, fra i quali, tra l'altro, non c'è nemmeno un 'grillino'. Il professor Stefano Rodotà ce l'abbiamo sul gobbo da più di trent'anni. E' stato eletto deputato, come indipendente di sinistra nel '79, nell'83, nell'87 e presidente del Pds nel periodo 1991-92. Fa parte, a tutti gli effetti, di quella 'nomenclatura' politica del vecchio regime che Grillo ha giurato di voler spazzar via. Cancellieri e Barca sono ministri di quel governo Monti contro cui il leader di 5Stelle ha sparato, e continua a sparare, a palle quadre. Maurizio Landini è il capo della Fiom e Grillo ha detto parole di fuoco sui sindacati, giudicati corresponsabili della situazione, sociale ed economica, in cui ci troviamo, avendo sempre difeso tutti gli occupati, anche i più neghittosi, a scapito dei disoccupati e, ovviamente, dei giovani.
Il generale Fabio Mini nel 2002-2003 è stato comandante del contingente italiano in Kosovo nell'ambito di una di quelle 'missioni di pace' (KFOR) a guida Nato che Grillo considera 'missioni di guerra' in aperto contrasto con l'articolo 11 della Costituzione ed è deciso a ritirare, se dovesse governare, tutti i soldati italiani che si trovano, in armi, in territorio straniero, a cominciare naturalmente dall'Afghanistan. Luigi Zingales gode fama di grande economista ma è stato trombato alle elezioni insieme al suo 'Fare per Fermare il Declino'. Infine la lista di Santoro è fortemente colorata di sinistra e Grillo considera la sinistra responsabile, al pari della destra, della politica degli ultimi trent'anni che ci ha portati al tracollo, economico, sociale e morale. Nemmeno Dario Fo, che come uomo di sinistra ha un po' più di credibilità di Santoro, per non dire della caratura intellettuale e morale, ce l'ha fatta a convincere Grillo ad allearsi col Pd. Pensare che ci riesca Santoro è semplicemente ridicolo. Il fenomeno 5Stelle, se andrà avanti, spazzerà via un'intera classe dirigente, compresi quei giornalisti e massmediatici che sono stati collusi col regime o lo hanno avversato in modo cosi' balordo da favorirlo.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 9 marzo 2013