Fouché, ministro degli Interni di Luigi XIV, liberò un famoso bandito,Vidocq, che per molto tempo era stato il più pericoloso di Francia e che dopo vari anni di galera sembrava essersi ravveduto. E lo nominò a capo della polizia. Con ottimi risultati perché il bandito conosceva bene i suoi polli.
Farei la stessa cosa con 'Genny 'a carogna' dopo avergli fatto passare un periodo ai servizi sociali in un modo un po' più serio di quanto non li stia scontando Silvio Berlusconi. Perché ha dimostrato di saper tenere testa alle Autorità e, insieme, alla piazza, meglio di qualsiasi ministro degli Interni. 'Genny 'a carogna', inutile nasconderselo, è ormai un mito e sono certo che se si facesse un sondaggio pro o contro i sì a suo favore sarebbero valanga.
E smettiamola con l'ipocrisia del «saremo fermissimi contro ogni illegalità», espressa dal Presidente della Repubblica, da quello del Consiglio, dai presidenti di Senato e Camera, dal ministro degli Interni, dal Capo della polizia, dai presidenti di Coni e Federcalcio e da ogni sorta di Autorità. Da quando un premier in carica ha dichiarato che la magistratura del suo Paese è «il cancro della democrazia» e un pregiudicato è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica e da quello del Consiglio con cui ha concordato leggi istituzionali, la legalità non esiste più nel nostro Paese. L'Italia dello Stato ha ormai solo la vuota forma. Non esiste più. Tanto che i nostri premier li nomina, di fatto, il cancelliere tedesco.
Se l'illegalità viene innanzitutto dagli uomini delle Istituzioni come si fa poi a pretenderla da quelli della strada? La legalità solo 'Genny 'a carogna', che di quella stessa pasta è fatto e possiede un carisma che nessuna Autorità e nemmeno nessun calciatore, il che è ancora più indicativo, ha dimostrato di avere, potrebbe ottenerla.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 8 maggio 2014