Domenica sera mi sono inflitto la trasmissione di Vespa. Ci hanno messo circa tre ore per riconoscere l'affermazione del Movimento Cinque stelle. Era abbastanza grottesco vedere come si scannassero, tra il Partito Democratico e quell'accozzaglia di destra, per stabilire chi avesse vinto e chi avesse perso. Soprattutto perché le percentuali di cui si vantano sono sulla metà dell'elettorato, visto che c'è un'astensione al 50 per cento circa. E', secondo me, il dato più interessante. L'astensione è aumentata di circa 10 punti in cinque anni. Significa che un italiano su due non crede più a questo tipo di regime, alla democrazia rappresentativa.
Direi che Grillo li salva, perché se non ci fossero i 5Stelle, buona parte di quei voti sarebbero altra astensione. Arriveremmo oltre il 60, 65 per cento, una cifra che dovrebbe porre un problema democratico profondo. Detto questo, non credo che cambierà assolutamente nulla. Renzi e i suoi resteranno chiusi nella loro cittadella istituzionale. Scalzarli con metodo democratico diventa praticamente impossibile.
Il fatto è che Grillo, responsabilmente, vuole fare una rivoluzione pacifica e quindi all'interno delle regole democratiche, ma giocare a questo gioco con gente che lo fa da trent'anni diventa inevitabilmente perdente anche quando si vince. Come in questo caso.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 2 giugno 2015