0
0
0
s2sdefault
powered by social2s

Ieri, su Il Giornale della famiglia Berlusconi, il direttore Alessandro Sallusti ha scritto che il pm John Henry Woodcock è “ben spalleggiato una parte della stampa. Non a caso ieri il Fatto Quotidiano (forse già sapendo di quello che sarebbe successo a ore) ha affidato alla penna di Massimo Fini –una volta grande e libero pensatore- un ritratto del pm napoletano così in ginocchio che neppure Paolo Brosio sulla Madonna di Medjugorje riuscirebbe a vergare. Che Massimo Fini, ahimè, si sia bevuto o venduto la testa spiace, ma è un problema suo”.

Ecco la risposta di Massimo Fini.

Non è Marco Travaglio a chiedermi i pezzi, ma sono io a mandarglieli. Il Direttore del Fatto li vede solo dopo. Avresti quindi potuto risparmiarti un’insinuazione partorita esclusivamente dalla tua testa. “Omnia sozza sozzis” verrebbe da dire.

Che la mia testa sia confusa può essere. Invecchiamo tutti male. Ma che tu ti permetta di dire che si è “venduto la testa” a un giornalista che a differenza di tanti, di troppi colleghi, in 45 anni di professione non si è mai legato a partiti, a giornali di partito, a camarille di sorta, come tu stesso di recente hai ammesso in pubblico, è un’offesa così sanguinosa che non può passare. Non ti querelo, come non ho mai querelato nessuno, ho la penna per difendermi e in ogni caso tu saresti graziato dal Presidente della Repubblica come mi pare sia già avvenuto. Ritorniamo ai vecchi metodi con cui un tempo fra gentiluomini si regolavano le questioni d’onore. So bene che il duello è attualmente proibito in Italia. Ma potremmo farlo a riparo da occhi indiscreti. Io scelgo l’arma adatta alla nostra età: la pistola. A te lascio il primo colpo. Accetta. Se sei un uomo d’onore.

m.f.

Il Fatto Quotidiano, 29 giugno 2017