Sul Fatto M. Fini esalta la Merkel che in un suo discorso aveva sollevato il problema della mancata realizzazione dell'unità politica dell'Europa. Tale obiettivo secondo la Cancelliera si può realizzare tramite la cessione da parte degli Stati di un " pezzetto della propria sovranità nazionale". La creazione di un esercito europeo dovrebbe, infine, suggellare l'intera operazione. Solo una Europa unita, conclude il giornalista in perfetta sintonia con la Merkel, sarà in grado di controbilanciare il predominio delle grandi potenze mondiali. Sulla carta il discorso non fa una grinza, ma in pratica ignora alcune gravi problematiche, evidenziate dal premio Nobel per l'economia Stiglitz: "La moneta unica ha cancellato il principale meccanismo di aggiustamento a disposizione degli stati: il tasso di cambio. Così l’eurozona ha limitato l’autonomia degli stati nella politica monetaria e fiscale». La perdita della sovranità monetaria è risultata devastante per la nostra nazione, costretta, altresì, ad adottare politiche di austerity anche nei periodi di recessione o di bassa crescita; un suicidio, secondo Stiglitz, infatti, l'impoverimento del paese con i suoi 5 milioni di poveri assoluti lo dimostra. La Germania, inoltre, da parecchi anni sta violando la regola Ue di contenere il surplus commerciale entro la soglia del 6%. Nel più totale silenzio degli organi di controllo continua a sforare arrivando al 9% e oltre. In tal modo sottrae risorse agli altri paesi. E allora quando la Merkel auspica l'unità politica dell'Europa ha in mente una Grande Germania.
Maurizio Burattini
Se l’Italia si trova nei gravi problemi in cui si trova non è responsabilità dell’Unione monetaria, che peraltro fu decisa dai Paesi che hanno creato la Ue e accettata da quelli che vi sono entrati dopo (e non è certo per masochismo che altri Paesi bussino alle nostre porte), ma dalla politica dissennata fatta dai dirigenti del nostro Paese che, come cicale senza nessuna visione del futuro, a partire almeno da metà degli anni 80 hanno sperperato per motivi clientelari un patrimonio enorme che ci ha portato a quel debito pubblico che oggi è il nostro vero e grande problema. Quando l’Italia si è trovata sull’orlo del baratro, tipo Grecia, sono ricorsi a Mario Monti che ha dovuto fare il lavoro sporco al loro posto sollevandoli dalle proprie responsabilità.
Certamente la Germania gioca anche per se stessa, ma giocando per se stessa gioca anche per l’Europa. La follia di Hitler ha fatto perdere 75 anni alla Germania e all’Europa. Oggi la Germania democratica riprende, democraticamente non più con la forza, il ruolo di insostituibile guida dell’Europa, che le spetta per posizione geografica, per popolazione, per cultura, per il rigore suo e dei suoi cittadini. Un giornalista italiano, Luigi Ferrarella, lo ha detto nel modo più conciso: “Il gap fra noi e la Germania non è solo economico, è etico”. Io mi fido di più di questa Germania, del rigore dei tedeschi, che dei bulletti incoscienti alla Salvini, alla Renzi e di molti altri quidam che popolano l’Europa.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 28 novembre 2018