Lo dico al Fatto, 11 Febbraio 2022
Caro Fini, quando Lei scrive sul Fatto ne sono felice e la prima cosa che cerco sulla front page e'
il Suo nome. L'articolo in rubrica e' molto interessante. Mi sembra che Lei sia affascinato dai Talebani cosi' come alcuni autori francesi affascinati dalla Legione Straniera. Ma veramente Lei baratterebbe la nostra civilta' o mondo dove puo'scrivere cio' che vuole, dichiararsi ,se lo crede, ateo, bere un whishey e corteggiare una donna (anche sposata) senza incorrere nella pena di morte comminata in questi casi in quel Paese?
Mi risponda sinceramente e scriva qualche nuovo libro.
Con stima e cordiali saluti.
Rodolfo Kaufmann
Risposta al lettore
Ho chiarito più volte che non ho niente a che fare con l'ideologia talebana. Nei Talebani io ho difeso e continuo a difendere il diritto di un popolo, o di parte di esso, ad opporsi all'occupazione dello straniero. Se la si pensa diversamente allora bisogna prendere la nostra Resistenza, su cui abbiamo fatto tanta retorica, e buttarla nel cesso.
Premesso quindi che sono estraneo all'ideologia talebana, devo dire però che ammiro il coraggio ovunque si manifesti e di coraggio questi ragazzi, perché morto il Mullah Omar e caduti in battaglia la gran parte dei suoi comandanti, questi sono dei ragazzi, ne hanno mostrato moltissimo. Tenga presente che nei Talebani, e in genere negli afgani, non c'è l'ideologia mortuaria dei guerriglieri Isis cui non importa morire, anzi il martirio è per loro un dono di Allah. I ragazzi talebani, tra l'altro dei bellissimi ragazzi, tengono alla vita, come tutti, ma il vero coraggio è superare la propria paura.
Nel denigrare i Talebani si è specializzata Sky Tg24, un telegiornale fino a poco tempo fa molto ben fatto (anche perché l'australiano Murdoch può guardare le cose di casa nostra e quelle internazionali con un occhio più indipendente) e che
oggi si è completamente appiattito sulla "communis opinio", si tratti dell'idolatria per Draghi o, appunto, della denigrazione sistematica dei Talebani. L'altra sera ha fatto un servizio sulle prigioni talebane. Le prigioni talebane, come del resto da sempre quelle afgane, sono terribilmente fatiscenti. Ma in quelle prigioni non si torturano, non si picchiano e non si umiliano i prigionieri come invece avviene nelle civilissime prigioni in mano agli americani (Guantanamo e Abu Ghraib dovrebbero essere esempi sufficienti). Me lo confermò Gino Strada che era in Afghanistan al tempo in cui era governato dal Mullah Omar. Mi disse Strada: "Quelle prigioni erano orrende ma non ho mai visto sui prigionieri segni di percosse" e Strada era un medico e quindi sapeva quel che si diceva.
Massimo Fini