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Il governo inglese ha in programma di distribuire gratis un farmaco, chiamato Ozempic, ai cittadini britannici considerati obesi che rappresentano il 29 per cento della popolazione. In Italia, secondo la Fondazione Veronesi quattro cittadini su dieci sono in sovrappeso e uno su dieci è decisamente obeso.

E’ un provvedimento giusto, anche se ci sono alcuni effetti collaterali da non sottovalutare, la pancreatite e disturbi gastro intestinali, perché l’obesità è la madre, o quasi, di tutte le malattie, in particolare quelle cardiache. Un obeso fa molta più fatica a muoversi di una persona normale o anche semplicemente sovrappeso in modica quantità. Lo vedo anche su me stesso, se aumento anche solo di un paio di chili tutto mi diventa più faticoso (naturalmente questo vale per gli uomini della mia età, i giovani possono essere molto più disinvolti).

Io ritengo però che solo una parte di coloro che sono stati dichiarati obesi sia affetta da una malattia incisa nel loro Dna, l’altra invece è il prodotto di una malattia più vasta che caratterizza la nostra epoca: la bulimia, intesa qui non semplicemente come bulimia di cibo ma di tutto. Inoltre la bulimia, di cibo, è un prodotto della prosperità, dubito molto che un bangla sia bulimico.

In qualsiasi campo noi vogliamo di più, sempre di più, sempre di più. Eppure il lockdown avrebbe potuto insegnarci che di molti bisogni, e quindi di prodotti, potremmo fare tranquillamente a meno. Ma non c’è niente da fare l’attuale sistema vuole che si produca il più possibile per consumare il più possibile, anzi siamo arrivati al paradosso che noi non consumiamo più per consumare, ma consumiamo per poter produrre (discorso già fatto su queste pagine, ma repetita iuvant).

Ma torniamo al cibo. Fino a non molti anni fa c’era un solo programma destinato al cibo, la “prova del cuoco” su Rai 1 che introduceva al Tg1 condotto dalla bella Antonella Clerici che non ne faceva una malattia se ingrassava togliendo quindi al telespettatore ogni senso di colpa. Bella, simpatica e coraggiosa se in un’intervista sovrappensiero dichiarò: “non posso fare a meno del cazzo”.

Oggi ci sono almeno quaranta programmi dedicati alla ristorazione con cuochi che si affrontano in sfide che hanno il tono dell’O.K. Corral. Lo chef è diventato anzi un punto di riferimento e un leader anche al di fuori della ristorazione. Prigožin, prima di aver tentato un colpo di stato poi fallito, era lo chef di Putin.

Io detesto poi i grandi ristoranti dove lo chef viene al tavolo e ti spiega i suoi piatti. Che cosa gli vuoi dire: che fan schifo? Preferisco trattorie modeste dove non ci sono queste cerimonie ridicole.

Con Antonella Clerici ho poi un debito di riconoscenza. Nel 2005, mi pare fosse il 2005, ero uno dei candidati al Premio Bancarella col mio “Nietzsche. L’apolide dell’esistenza”. In quel periodo soffrivo di una grave forma nervosa, non potevo parlare stando in piedi senza che mi tremassero le gambe e questo era molto preoccupante perché di lì a poco avrei dovuto recitare a teatro nel Cyrano. Oltre al vincitore erano intervistati il secondo e il terzo arrivato. Mi alzai in piedi ma mi tremavano le gambe. Antonella, intuendo il mio disagio, mi cinse le spalle e quella calda femminilità mi tranquillizzò. Le donne, quando non sono perfide, hanno un naturale istinto materno (per la verità sono perfide fra di loro, nelle elezioni le donne riluttano a votare altre donne, non se ne fidano).

La cosa curiosa è che poi quando feci effettivamente teatro quel pericoloso disturbo era sparito. Anzi. Quando ero dietro le quinte (io dovevo essere il primo a entrare e dalla mia prestazione dipendevano anche quelle degli altri attori) dicevo a me stesso: “Massimo, tu dovresti essere folle di paura” e invece avevo solo voglia di entrare. Sono anche convinto che sia lo stesso palcoscenico – io recitavo a piedi nudi – a darti energia. E più arrivavo stanco a teatro più, secondo le fantasiose interpretazioni del mio regista Edoardo Fiorillo, avrei recitato meglio.

Fatto sta che dopo il caldo abbraccio di Antonella non ebbi più problemi. Misteri della psiche umana. Come la bulimia quando non è una malattia ma è indotta.

 

25 Ottobre 2024, il Fatto Quotidiano