Da qualche settimana le televisioni occidentali, oltre a rimandarci dalla Bosnia le consuete immagini di orrori, insistono in modo particolare sui bambini: bambini uccisi, mutilati, sofferenti. Anche i quotidiani imperniano le loro cronache soprattutto sui bambini. E i tre giornalisti della Rai, recentemente periti a Mostar, erano lì per documentare il dramma dei bambini della ex Jugoslavia. In effetti i bambini, innocenti per definizione, sono la maggior obiezione alla guerra, soprattutto all'orribile guerra moderna che, a causa delle armi tecnologiche, fa scempio di civili inermi. Le bombe non guardano in faccia nessuno. Non sanno distinguere. E, a quanto si dice, sono già 15mila i bambini che nei due anni della guerra bosniaca hanno perso la vita, anche se tale cifra va presa con le molle perché, come mi diceva giorni fa un inviato dal fronte, Gianni Micalessin, «non c'è alcuna possibilità di controllare dati come questi». Eppure c'è qualcosa che non mi convince in questa improvvisa scoperta del dramma dei bambini bosniaci. Durante i 55 giorni di Baghdad i «missili intelligenti» e le «bombe chirurgiche» degli americani hanno ucciso 32.195 bambini iracheni (e questi, purtroppo, sono dati certi perché forniti dalla fonte meno sospettabile: il Pentagono). Ma nessuno ce li ha fatti vedere. Nemmeno la potentissima e ammiratissima Cnn, che ha preferito puntare le telecamere sullo spettacolo pirotecnico dei traccianti e dei bagliori delle bombe. E nemmeno dopo, quando la cifra dello spaventoso massacro è saltata fuori, nessuno, in Occidente, ha almeno ricordato lo scempio di quei 32mila bambini morti, nessuno, in Occidente, ha pianto per loro. Perché questa differenza di trattamento? Perché le televisioni occidentali si accaniscono ad evidenziare le crudeltà della guerra bosniaca? Perché l'Occidente considera assurda questa guerra e quindi particolarmente gratuite le sue vittime. L'Occidente considera infatti assurde tutte le guerre dove non sono coinvolti, direttamente o indirettamente, i suoi interessi. Era assurda, all'inizio, anche la guerra Iraq-Iran, lo divenne molto meno quando l'esercito di «straccioni» di Khomeini, ormai davanti a Bassora, stava per vincerla. Allora, in nome del «pericolo islamico», gli occidentali non esitarono a rifornire di ogni genere di armi l'aggressore, Saddam Hussein, non solo sottraendo così agli iraniani una vittoria che si erano conquistati sul campo, ma prolungando di qualche anno la guerra e aumentando di molto il numero delle vittime. Poco dopo Saddam rovesciava sul Kuwait l'arsenale che gli occidentali gli avevano fornito. E quei 32mila bambini iracheni morti sono anche la conseguenza del cinico aiuto che l'Occidente aveva dato al dittatore di Baghdad. Ma nessuno, in Occidente, li pianse perché si trattava di difendere, oltre che uno Stato fantoccio, il petrolio. Adesso gli occidentali si commuovono per i bambini bosniaci. Il loro stomaco non sopporta che certe immagini gli penetrino in casa, all'ora di pranzo, per una guerra che non condividono, per una guerra, appunto, assurda. Ma se c'è una guerra che non è per nulla assurda è quella di Bosnia. La sua premessa sta nel riconoscimento che l'Occidente diede all'indipendenza della Slovenia e della Croazia. Senza più una Jugoslavia multietnica non era più possibile una Bosnia multietnica. Così è cominciata una guerra dove serbi, croati e musulmani si battono per ragioni che non sono affatto assurde: si battono, ognuno, per la propria terra, per la propria fede, per solidarietà di gruppo e anche a motivo di antichi odii che non sta a noi sindacare. Ne è possibile sostenere, come qualcuno fa, che si tratti solo di uno scontro fra soldataglie impazzite. Queste non si reggerebbero senza l'appoggio di buona parte della popolazione. Di qui il massacro.Ma non fu meno massacro, anche se non lo abbiamo visto, quello di Baghdad, non fu meno massacro quello che, durante l'ultimo conflitto mondiale, gli angloamericani fecero a Dresda, a Lipsia, a Berlino bombardando intenzionalmente la popolazione civile per fiaccare la resistenza dei tedeschi. Se ci fossero state le Tv avremmo visto anche allora cadaveri sventrati, bambini maciullati e scene raccapriccianti in quantità ben maggiore di quelle che ci vengono oggi dalla Bosnia. Si dirà che nel Golfo e, mezzo secolo fa, in Germania gli occidentali agirono per una causa giusta. Ma anche i serbi, i croati, i musulmani pensano di battersi per una causa giusta. Gli occidentali non hanno quindi alcun diritto di farsi venire il voltastomaco per le crudeltà dei combattenti di Bosnia perché sono le stesse crudeltà cui essi non si sono sottratti tutte le volte che erano in gioco i loro interessi o, anche, i loro ideali. Meno che mai hanno diritto di intervenire in armi in Bosnia, come da più parti si chiede, per salvare i buoni e punire i cattivi. Non solo perché un tale intervento, come i precedenti insegnano, si risolverebbe in un massacro peggiore di quello che si vorrebbe evitare, ma perché l'Occidente non ha alcuna autorità morale per discernere i buoni e i cattivi. Tanto più che, oggi, in Bosnia, non ci sono nè buoni nè cattivi. Ci sono solo tre popoli che si fanno la guerra. L'orribile guerra moderna. Ma che non è meno orribile quando la facciamo noi, gli occidentali.