Mi fan pena gli jihadisti dell’Isis. Non perché, nonostante un coraggio e una capacità operativa che hanno dell’incredibile (ridotti a 4.000/5.000 uomini stan resistendo da mesi a Mosul a un esercito di 150 mila, supportato, elemento decisivo, dai bombardieri americani) sono, perlomeno in quella città, destinati alla sconfitta e a morte sicura. Mi fan pena non perché sono ideologicamente fuori dalla Storia, dalla Storia con la S maiuscola -di questo non possiamo essere certi- ma dalla storia tecnologica. Combattono, a Mosul e altrove, con i kalashnikov (anche se adesso, a quanto pare, stanno cercando di elaborare armi chimiche) mentre avrebbero uno strumento molto più efficace per mettere in ginocchio l’Occidente: l’hackeraggio. L’attacco WannaCry di una decina di giorni fa ha dimostrato che anche un solo individuo, non necessariamente un terrorista, particolarmente abile nell’informatica può infettare i computer che controllano e manovrano i gangli vitali di un Paese e anche quelli di mezzo mondo poiché oggi tutto è ‘felicemente’ interconnesso. E quindi bloccare le telecomunicazioni, i trasporti, le centrali idroelettriche, gli ospedali, le tv e ogni altro media che non sia puramente cartaceo.
Gli hacker di WannaCry si sono per ora limitati a utilizzare il loro sistema con fini di semplice ricatto economico. Ma l’hackeraggio potrebbe essere utilizzato per scopi assai più gravi. E non è detto che gli jihadisti, che non si sono dimostrati del tutto digiuni di informatica, prima o poi non ci arrivino.
Invece di concentrarsi sulle fantasie nucleari di Kim Jong-un è di questo che le grandi Potenze dovrebbero occuparsi e preoccuparsi. E in fretta. Come ci racconta il bel pezzo di Virginia Dalla Sala pubblicato dal Fatto il 22/5, e anche un bel reportage di Petrolio, tutti gli esperti concordano che è urgente organizzare sistemi di difesa più efficaci di quelli che abbiamo utilizzato finora. Ma il virus informatico (come quello entrato nel corpo umano) è praticamente imbattibile. Perché si può riprodurre negli stessi sistemi di difesa, paralizzandoli.
Ma l’hackeraggio è solo la parte militare di una questione ancora più ampia. Lo stesso Evan Williams, fondatore di Twitter, ha sottolineato i pericoli sociali e umani di internet. E Bill Gates nel 2013 aveva dichiarato al Financial Times: “Internet non salverà il mondo”. E sia pur implicitamente, ammetteva che lo aveva peggiorato.
Ahahahah. Ridevano i campioni del modernismo e mi prendevano per pazzo quando nel 1985, con La Ragione aveva torto?, preannunciavo i disastri che sarebbero stati provocati, e che stavano già provocando, da un mondo avvitato sulla tecnologia e l’economia. Ridevano i campioni del modernismo che con l’ottuso ottimismo di Candide credevano, dopo averlo creato, di vivere nel “migliore dei mondi possibile”. Adesso hanno quello che si sono meritati. E non ridono più di fronte a questo mondo, presente e futuro, di orrori. Ma non posso ridere nemmeno io, che pur ho denunciato quegli orrori con largo anticipo, perché sto dentro a questo sistema paranoico e non posso sfuggire alla sua sorte. In quanto all’Isis è del tutto inutile che si dia tanto da fare, spargendo il sangue, proprio e altrui, per distruggere l’Occidente. L’Occidente si sta distruggendo da solo.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 23 maggio 2017