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“Parole indegne” (Laura Boldirni, Pd), “concetti miseri ma soprattutto pericolosi” (Chiara Appendino, M5S), “che schifo!” (Teresa Bellanova, Italia viva), “che schifezza, che tristezza!” (Carlo Calenda, Azione), “che  pena!” (Alessia Morani, Pd).

Silvio Berlusconi è stato investito da un’indignazione bipartisan, tripartisan, quadripartisan per aver detto che se la squadra del Monza batterà una delle ‘grandi’ del Campionato donerà ai giocatori “un pullman di troie”. Che Berlusconi sia l’uomo più volgare d’Italia lo sapevamo. Però nemmeno negli ambienti intellettuali si scherza visto che di recente sono stati pubblicati libri di grande successo che hanno al loro centro la cacca (uhm la cacca è femminile, non sarà una discriminazione nei confronti delle donne? Per altro se usiamo “merda” la cosa non cambia, dovremmo ricorrere all’inglese shit che è neutro). Come sapevamo anche che Berlusconi, come lui ha sempre ammesso, anzi vantato, è un puttaniere compulsivo che preferisce le donne agli uomini. Oh bella.

Però l’indignazione delle ‘anime belle’ di tutti i partiti mi pare esagerata, ipocrita e anche dannosa. Certo ci sarebbe piaciuto che l’uomo di Arcore quando era Presidente del Consiglio si circondasse non dico di filosofi e artisti, come faceva Nerone, ma, potendolo fare, di attrici di conclamata bellezza senza per questo essere delle ‘etère’ come venivano chiamate dai greci quelle che in latino erano definite più crudamente “meretrici”, mentre nel nostro linguaggio moralista diventano escort. Però i gusti son gusti e ognuno ha i suoi.

Perché questa indignazione totalitaria, oltre a essere ipocrita e moralista, mi pare dannosa? Perché finisce per mettere in secondo piano i veri crimini di Silvio Berlusconi che è riuscito a violare tutto il Codice penale italiano (evasione fiscale, corruzione di magistrati, corruzione della Guardia di Finanza, reati, se si esclude la condanna per frode fiscale, da cui è riuscito a salvarsi solo grazie alla prescrizione – il neo ministro della Giustizia, Carlo Nordio, mediti, anche se in realtà è un berluscones mascherato). Ma questi sono fatti pubblici che chiamano in causa le Istituzioni pubbliche. Ciò che pensa Berlusconi è invece affar suo, così come quello che fa in casa sua. Nella propria casa non solo il Presidente del Consiglio ma qualunque cittadino fa ciò che più gli pare e piace, a meno che non vi commetta reati e in Italia, almeno per il momento, la prostituzione non è un reato, lo è il suo sfruttamento, per questo a Bari è stato condannato Tarantini che procurava le donne a Berlusconi, ma non l’ex Cavaliere considerato solo “l’utilizzatore finale”. Nel moralismo montante, di derivazione yankee, può darsi che anche la prostituzione diventi un reato.

Il moralismo sessuale è il peggiore dei moralismi, in qualsiasi senso sia virato.

Il Fatto Quotidiano, 20 dicembre 2022