“L’estate sta finendo e un anno se ne va” cantavano i Righeira. Per me, come per i Righeira, l’anno non finisce il 31 dicembre ma alla fine dell’estate. Eppure, paradossalmente, sento in me un senso di sollievo. Per i giovani l’estate, quasi sempre legata alle vacanze al mare, è una promessa di nuovi amori, di nuovi incontri, di curiosità inappagate. Sono infinite le canzoni legate al leitmotiv estate-mare-amore (Una rotonda sul mare, Fred Bongusto; Ho scritto t’amo sulla sabbia, Franco IV e Franco I; Sapore di sale, sapore di mare, Gino Paoli; Sapore d’estate, Moreno; Si è spento il sole, Adriano Celentano; solo per fare un brevissimo excursus). Per noi vecchi, ma anche per coloro che proprio vecchi non sono ancora, l’estate è un tempo di inquietudine. Si muore di più d’estate: di caldo ma soprattutto di solitudine. E se per non rassegnarci alla nostra età ci azzardiamo a cercare di fare le stesse cose che facevamo da giovani il confronto è impietoso, con noi stessi e con gli altri. Scrivevo sull’Europeo nel 1994 quando in fondo di anni ne avevo poco più di cinquanta: “Torna presto pietoso inverno a nasconderci nel tuo ovattato anonimato. Torna presto pietoso inverno a difenderci con i tuoi saggi vestiti dall’esposizione delle nostre membra inflaccidite, di noi che pur, un tempo, fummo levigati e duri. Torna presto amico inverno, tu che ci eviti impietosi confronti e gesti atletici in cui pur un tempo eccellemmo, e magari, in qualche caso, fummo primi, ma che adesso rivelano solo la nostra ansiosa goffaggine. Torna presto pietoso inverno perché nel tuo ventre buio e alla tua incerta luce si possa nascondere ancora una volta, agli altri, ma soprattutto a noi stessi, la scandalosa verità: che siamo venuti vecchi”.
Esserci salvati dall’estate, tornare alle usate opre, per quanto si siano ridotte al minimo, per noi è un sollievo. Eppure, nonostante tutto, c’è un forte sentimento di malinconia nel veder morire lentamente l’estate. Io vorrei che fosse subito inverno e che mi fosse risparmiata l’agonia dell’autunno. Detesto l’angosciante lunghezza delle malattie terminali, detesto gli addii che si allungano come degli elastici. Se l’estate, come la vita, ha da morire lo faccia subito e presto. “L’estate sta finendo e un anno se ne va”.
Il Fatto Quotidiano, 7 settembre 2019
La formazione del governo 5stelle-Pd, che mi si consenta, pardon mi si permetta, io avevo previsto (Il PD ammetta l'errore: vada al governo col M5S, Il Fatto, 9/8/19) prima ancora che Matteo Salvini desse la spallata decisiva, con un autentico autodafe, al proprio esecutivo in cui svolazzava libero e felice da mane a sera, ha fatto letteralmente impazzire i giornali che sarebbe offensivo per la destra, che è o almeno è stata una cosa seria, definire di destra. Lasciamo perdere l’aggettivazione normalmente sobria di questi giornali (“L’orrendo governo giallorosso”, La Verità; “Un esecutivo di stolti”, Feltri, Libero; “Non c’è pace fra i cretinetti”, sempre Feltri) e concentriamoci solo su alcune delle acrobatiche capriole, da veri saltimbanchi, cui sono stati costretti. Scrive Feltri che il nuovo esecutivo “bacerà le pantofole ai fessi dell’Europa”. Ma come, i 5stelle non erano stati accusati di antieuropeismo e di voler addirittura uscire dall’euro, tanto che Paolo Savona, indicato da Luigi Di Maio come ministro dell’Economia, fu costretto a rimettere il mandato? “Nasce il governo più impopolare della storia”, Franco Bechis sul Tempo. Ma come, l’attuale Presidente designato, succeduto a se stesso, non era nei sondaggi il più popolare dei politici italiani, più dello stesso popolarissimo Salvini? “Il governo più a sinistra della storia della Repubblica” scrive Sallusti aggiungendo con accezione negativa che “non il popolo ma il Parlamento è sovrano”. Ma come, in queste settimane non hanno insistito tutti, ma proprio tutti, sulla “centralità” del Parlamento? Che poi in linea generale questa affermazione sia vera e cioè che nelle democrazie parlamentari il popolo non conti nulla (io l’ho scritto in Sudditi. Manifesto contro la Democrazia) vale però per questo governo come per quello precedente come per tutti i governi che si sono succeduti dalla nascita della Repubblica. E’ troppo comodo, troppo facile, accorgersene quando si viene sconfitti e prendere il sistema per buono quando si è vincenti. “Perdenti al Governo”, Il Giornale. Per la verità i “perdenti al Governo” erano quelli di prima, perché ci era andata la Lega che aveva il 17 % contro il 18,7 del Pd. Ora al Governo ci sono i due partiti usciti vincenti dalle ultime elezioni, i 5stelle con il 32,7% e il Pd appunto con il 18,7 %. Che cosa c’è di strano, che cosa c’è di scandaloso, sempre ragionando in termini democratici, se i due primi partiti si mettono insieme per governare? In Germania si sono fatte ‘grosse Kolition’ tra l’SPD socialista e il partito centrista di Angela Merkel senza che nessuno ululasse all’’inciucio’.
Matteo Salvini, come già prima Renzi, si è fatto ubriacare dalla vittoria nelle elezioni europee, ma purtroppo per lui, per i suoi seguaci, per i suoi sgomenti sostenitori mediatici, in Italia, allo stato, valgono le elezioni politiche italiane.
L’”orrendo governo”, mi spiace per i “perdenti”, durerà sino alla conclusione della legislatura. Sarebbe davvero pazzesco che 5stelle e Pd ripetessero la disastrosa mossa di Salvini sfasciando il nuovo governo in qualche momento del suo percorso perché ciò significherebbe la loro fine politica, come ha segnato quella, almeno per il momento, di Salvini. Errare è umano, perseverare è diabolico.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 28 agosto 2019
Achtung! Fra poco dovremo diventare tutti vegani o quantomeno vegetariani. Secondo il sito americano Vox, che il giornalista del Corriere.it Gianluca Mercuri definisce “raffinatissimo e di tendenze molto progressiste”, le tasse sulla carne dovrebbero essere aumentate in modo tale che pochissimi potrebbero permettersi il lusso di questo cibo.
Nelle libere democrazie non si può far più nulla, non si può più bere, non si può più fumare se non con sigaretta elettronica (se non ci fosse di mezzo un ‘de cuius’ mi sbellicherei dalle risa alla notizia del primo morto per uso di questo sostituto delle vecchie, care Gauloises o Camel o Stuyvesant), non si può più scopare perché dopo #meetoo avvicinare una donna è diventato pericolosissimo, a meno che non si abbia novant’anni com’è accaduto a Parigi e allora si gode della pietas generale, e adesso non si può più nemmeno mangiare una cotoletta alla milanese.
Naturalmente la proposta di quelli di Vox, non per nulla sono “raffinatissimi”, non è priva di argomentazioni anche serie: la sofferenza di bovini, suini, polli ‘stabulati’ sotto i riflettori 24 ore su 24 per farli crescere di più e più in fretta cosa che causa a questi animali patologie tipicamente umane, disturbi cardiovascolari, infarto, diabete, depressione. Violenza che anch’io, che pur non sono “raffinato” come quelli di Vox, denuncio da anni pronunciandomi a favore della più cruenta ma più onesta corrida, con grande scandalo di questi stessi animalisti, ambientalisti e ultraprogressisti. Questi animali dovrebbero essere mandati all’alpeggio, come si fa tuttora in Svizzera, o allo stato brado, come in Corsica, evitando non solo le loro sofferenze, ma a noi di mangiare carne malata di animali malati cosa che certamente ci fa più male che fumarci qualche sigaretta in santa pace.
Ma dove casca l’asino di questi ambientalisti Khomeinisti e ultraprogressisti? Sta nell’osservazione che la giornalista del Corriere Sara Gandolfi, ma certamente non solo lei, fa sul riscaldamento delle terre emerse: “la temperatura dell’aria sulle terre emerse ha raggiunto circa 1,5°C in più rispetto all’era preindustriale, il 13% di CO2, il 44% di metano e l’82% di protossido di azoto, a causa dell’agricoltura, silvicoltura e altri usi intensivi del suolo”. Insomma la colpevole è la mucca che, com’è stato sostenuto in tutta serietà, con le sue scoregge al metano inquinerebbe l’intero pianeta. Nemmeno un accenno invece si fa mai, tanto meno da parte dei “raffinatissimi” di Vox, alla produzione industriale propriamente detta che è la principale responsabile dell’aumento di CO2 nell’aria e nel suolo. Non se po’ fa, disturberebbe il manovratore (non per nulla tutti questi aumenti sono posteriori alla rivoluzione industriale e metterebbero in discussione l’intero nostro modello di sviluppo e persino l’Illuminismo che l’ha razionalizzato e legittimato).
Non manca nello j’accuse di Vox l’argomentazione salutista: gli obesi che sono tali a causa dell’abuso di carne per il loro scellerato piacere. “Chi vuol esser obeso sia, di diman non c’è certezza”.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 27 agosto 2019