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Qualcuno si era illuso di aver spazzato via una volta per tutte l’Isis radendo al suolo Raqqa e Mosul, le capitali dello Stato Islamico allora in mano ad al-Baghdadi. I bombardieri USA non erano bastati (è da tempo che i militari americani non mettono piede a terra) decisivo era stato l’intervento dei curdi che saranno poi ripagati sottraendo loro la città di Kirkuk, nel Kurdistan iracheno. Nel lontano 1991 sul New York Times il giornalista americano William Safire scriveva: “Svendere i curdi…è una specialità del Dipartimento di Stato americano”.

Smantellare lo Stato Islamico dove i guerriglieri Isis erano raggruppati in un territorio limitato, controllato e controllabile, uno Stato che aveva una sua socialità, diretta anche, il lettore non ci crederà, a favorire le donne durante la gravidanza, il parto, il post-parto, non è stata una buona idea. Oggi gli Isis sono dappertutto, in Pakistan, in Somalia, dove gli Shabaab hanno dichiarato la loro dipendenza dallo Stato Islamico, in Libia, in Egitto, in Tunisia e anche in Afghanistan (il 10 giugno di quest’anno c’é stato a Kabul un attacco Isis ad una moschea, che ne seguiva molti altri). Della penetrazione Isis in Afghanistan gli occidentali sono stati i principali responsabili perché i Talebani, dovendo combattere gli occidentali, non avevano forze sufficienti per battersi contro gli Isis. Inoltre gli afghani sono dei grandi combattenti ma non hanno la cultura della morte degli Isis che si fan saltare in aria come se si trattasse di accendere una sigaretta.

L’attentato dell’altro giorno in Belgio ricorda le stagioni del Bataclan, della Promenade des Anglais, del Stade de France, dell’attacco al supermercato Kosher di Parigi. Ma ha un significato del tutto diverso. Allora furono attaccati soprattutto i luoghi del divertimento degli europei, il ragionamento era questo: per decenni ci avete attaccato, ci avete bombardato, avete ucciso civili mentre voi stavate belli belli a fare i vostri apericena, drink, aperitivi, adesso assaggiate anche voi che cos’è la paura (“io vengo a restituirti un po' del tuo terrore, del tuo disordine, del tuo rumore”). Dirà Amedy Coulibaly, l’attentatore del supermercato Kosher, in un suo testamento postumo: “Tutto quello che facciamo è legittimo. Non potete attaccarci e pretendere che non rispondiamo. Voi e le vostre coalizioni sganciate bombe sui civili e sui combattenti ogni giorno. Siete voi che decidete quello che succede sulla Terra? Sulle nostre terre? No. Non possiamo lasciarvelo fare. Vi combatteremo”. Coulibaly prima dell’attentato in cui sarebbe stato sicuramente ucciso e dove si offrì volontariamente alle pallottole dei poliziotti, avvertirà la sua compagna e le dirà di rifugiarsi in Siria, sotto la protezione dello Stato islamico allora lì presente in forze. Perché anche i terroristi Isis, almeno quelli di sette od otto anni fa, hanno, per quanto ciò possa sembrare strano agli osservatori occidentali, dei sentimenti e dei comportamenti umani. Non sono proprio come i terroristi russi all’epoca dello Zar (quello vero) i “terroristi gentili” come li chiama Albert Camus, che rinunciavano all’attentato se c’era la possibilità di mettere a rischio persone che non c’entravano niente. Famoso è l’episodio di quel terrorista russo che doveva gettarsi con una bomba fra le zampe dei cavalli che portavano la carrozza dello Zar e della Zarina, ma vi rinunciò quando vide che sulla carrozza c’erano anche i figli della coppia.

Con l’attentato in Belgio e prima ancora quello a Parigi siamo lontani dal terrorismo tradizionale Isis, quello espresso da Amedy Coulibaly. È evidente che questi attentati si legano alla guerra israelo-palestinese e si inseriscono quindi in quella che ho chiamato “la guerra dei mondi” dove per il momento i terroristi di Hamas combattono contro i terroristi d’Israele a cui sarebbe bene ricordare -qualcuno l’ha fatto- che la legittima difesa non può essere sproporzionata all’offesa, come è anche nel Codice Penale italiano. Ed è inutile invocare “leggi umanitarie” che non sono mai esistite o “leggi del diritto internazionale” che nessuno rispetta più da tempo, occidentali in testa (Serbia 1999, Iraq 2003, Libia 2011).

Ha detto il presidente francese Emmanuel Macron: “La nostra Europa è sconvolta”. Ah, adesso ci viene la strizza? Nella guerra russo-ucraina, in quella israelo-palestinese, cadono, sotto armi micidiali e sempre più sofisticate, civili, bambini compresi. Perché mai l’Europa, che pur è in parte all’origine di questo terrore, dovrebbe rimanere intoccata?.

“Qui chi non terrorizza si ammala di terrore”.

Il Fatto Quotidiano, 19.10.2023

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Mi pare siano stati molto sottovalutati i bombardamenti aerei israeliani sugli aeroporti di Damasco e Aleppo. Cioè contro la Siria che è uno Stato sovrano membro delle Nazioni Unite. Bombardarla è un’esplicita dichiarazione di guerra. Inoltre la Siria ha come alleati la Russia e la Cina che sarà molto difficile tenere fuori dal conflitto. La Russia con le sue armi, la Cina con la sua potenza economica e tecnologica. Si sta quindi avverando ciò che avevo scritto sul Fatto del 11/10, e cioè che la guerra israelo-palestinese era l’inizio di una “guerra dei mondi” (l’unico vantaggio di questa guerra è che ha tolto dal centro degli obiettivi il buffone Zelensky).

Gli occidentali lamentano e si stracciano le vesti perché delle loro sofisticatissime tecnologie si sono impadroniti anche i cosiddetti “terroristi” islamici (si veda il bel pezzo di Massimo Gaggi sul Corriere del 13/10). Ma bisogna non conoscere la Storia per non sapere che prima o poi i nemici copiano e riproducono le armi con cui sono attaccati. Tutta la storia della difesa-offesa in guerra è fatta di armi micidiali, sempre più micidiali, seguendo la linea del progresso illimitato, per cui ad un’offesa si replica con una difesa altrettanto efficace. I cavalieri del Medioevo, i professionisti della guerra, di una guerra che, a differenza di quanto sta succedendo in questi anni, non coinvolgeva i civili, si opposero all’uso del fucile che  consideravano un’arma sleale perché colpiva a distanza. Naturalmente persero la partita. Oggi siamo arrivati a mischioni inverecondi dove i soldati in carne ed ossa non contano più nulla rispetto ai droni e altre sofisticatissime armi fra cui c’è in primissimo piano l’informazione / disinformazione. La guerra moderna è una guerra d’informazione, fra fake news di cui nessuno può controllare l’attendibilità e di notizie vere che chiunque può trasformare in fake. L’unico modo per orientarsi in questo guazzabuglio è mandare i giornalisti sul campo perché ciò che si vede con i propri occhi è realtà (sia pur relativa come ricorda il film Rashomon di Kurosawa). Insomma ci vorrebbero tanti Ettore Mo, ma Mo è appena morto insieme all’informazione di guerra.

Joe Biden, improvvisamente risorto dal suo catafalco, ha ammonito gli israeliani a rispettare “le leggi di guerra”, ma queste leggi, che intendevano tutelare i civili e che rimasero valide sin quasi alla fine della Seconda guerra mondiale, e che furono rispettate, a parte alcuni orrendi massacri perpetrati dalle forze speciali delle Waffen SS, anche dagli sempre infamati nazisti, non esistono più. A sfondarle per primi furono proprio gli americani con i bombardamenti indiscriminati su Dresda, Lipsia, Stoccarda che erano diretti, per la stessa ammissione dei comandi politici e militari Usa, contro i civili per “fiaccare la resistenza del popolo tedesco”. Poi vennero le Atomiche su Hiroshima e Nagasaki a chiudere la questione. Per cui la  ‘moral suasion’ dell’invalido Joe Biden, che pur essendo formalmente il comandante supremo delle forze americane fa fatica a reggersi in piedi, lascia il tempo che trova.

Eppure queste norme, chiamiamole così, “di cortesia”, sono esistite. Io stesso posso esserne testimone. Nel paesino del comasco in cui sono nato c’era una caserma con due giovanissime sentinelle. Passa il Piper inglese e lancia dei volantini in cui c’è scritto più o meno “Attenzione, guardate che tra poco bombardiamo”. Gli abitanti si affrettarono a fuggire nei boschi. I due guardiani della caserma rimasero al loro posto, erano o non erano le sentinelle? Mi sono sempre chiesto per chi e per che cosa erano morti quei ragazzi. Per Mussolini che, dopo tanta retorica sulla “bella morte”, che convinse molti ragazzi a sacrificarsi per Salò, fugge travestito da soldato tedesco? Per il Re e Badoglio che, in una confusione di bauli, di valige, di suppellettili fuggono da Roma lasciandola in balìa dell’esercito tedesco?  Non avevano capito, quei ragazzi, che onore, lealtà, dignità erano valori che non contavano più. Né in pace né in guerra. Come dimostra anche l’orrendo guazzabuglio israelo-palestinese dove, fra stragi reali e intelligenza artificiale si combatte una guerra che della guerra ha perso, insieme all’epica, anche l’etica.  

Il Fatto Quotidiano, 16.10.2023

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E chi, chi sarà mai / Il buttafuori del sole / Chi lo spinge ogni giorno sulla scena alle prime ore.

(Il cantico dei drogati, De André)

 

C’è in giro una gran voglia di alieni. Negli Stati Uniti c’è stata l’audizione al Congresso di tre piloti della Marina che “hanno sperimentato direttamente fenomeni aerei non identificati”. In Messico il Parlamento ha sentito alcuni esperti provenienti da Stati Uniti, Giappone e Brasile, che hanno esposto le loro teorie sull’esistenza degli extraterrestri. In particolare il giornalista José Maussan ha presentato due scatole con presunte mummie trovate in Perù, che lui e altri considerano “esseri non umani che non fanno parte della nostra evoluzione terrestre”.

L’essere umano vive due drammi. E’ l’unico animale del Creato ad essere lucidamente consapevole della propria fine, l’altro dramma glielo crea lo stesso Creato, cioè il terrore di essere soli in questo inesplicabile Universo.

Negli anni Cinquanta c’erano i “marziani”. Poi, con i robot, su Marte ci siamo andati e di marziani non ne abbiamo trovati. L’unico marziano realmente esistito è quello di Ennio Flaiano (Un marziano a Roma).

Ci sono poi dei film che testimoniano questa angoscia. Star Trek che perlomeno era divertente perché faceva vedere gli alieni in forme molto vicine a quelle umane, solo un po’ distorte (grandi orecchie e simili) esseri che facevano cose del tutto improbabili come nei film di Maciste dove il protagonista solleva pesi impossibili. Il che mi ricorda delle scene che ho visto spesso sulle piazze di Genova e di Torino. C’era un forzuto energumeno con davanti un sasso enorme e diceva agli spettatori: “scommettete che solleverò questo sasso?”. Intanto si faceva dare l’obolo. Riusciva a portare le cose talmente per le lunghe che la gente se ne andava e il sasso lui non lo sollevava, però l’obolo l’aveva già intascato. Un genio. Di geni di questo genere, capaci di inventiva, di “creatività” come si dice oggi dove la creatività è scomparsa dalla faccia della terra tranne che nel marketing pubblicitario, ce n’erano altri che operavano però con modalità diverse come quel tale che si era inventato una medicina che guariva tutte le malattie e che aveva chiamato “Turlupindone B12” e il giornale di mio padre, il Corriere Lombardo, titolò “Turlupinati col Turlupindone”. Insomma il tipo era stato onesto, se uno era così idiota da farsi turlupinare, beh cazzi suoi. Un predecessore di Wanna Marchi. Spettacolare, nel suo programma, era il mago brasiliano Do Nascimento. I telespettatori lo interpellavano ansiosamente soprattutto sulla salute e lui diceva “non sente un dolore alla spalla?”. “Ma per la verità non sento nulla alla spalla” ma Do Nascimento insisteva finché la tipa, in genere erano donne, si faceva sedurre (il fascino di Do Nascimento era irresistibile) e tornava a casa convinta di essere malata.

Film più sofisticati che si sono occupati degli alieni, in modo per così dire ideologico, sono Star Wars e l’insopportabile E.T di Spielberg (“Spielberg guida alla riscoperta dei sentimenti” scrivevano i giornali, ma andiamo).

E’ possibile che nel Cosmo ci sia stata in passato della vita ed è possibile che ci sarà in futuro. Quel che è impossibile è che in tempi cosmici, che si misurano in miliardi di miliardi di anni, queste vite si presentino contemporaneamente. E’ una di quelle equazioni all’ennesima potenza che hanno sempre fatto impazzire i cosiddetti scienziati.

Intanto qui sulla terra la vita, quella vera, è diventata impossibile. Cambiamenti climatici spaventosi, ghiacciai che si sciolgono, mari che si alzano, specie che si estinguono, eventi di straordinaria e avversa potenza in attesa che la razza umana ritrovi il senno e la smetta di inseguire le crescite esponenziali che esistono in matematica non in natura per cui ci toccherà ricominciare tutto da capo, dando origine, speriamo, ad un nuovo Medioevo. 

Ma torniamo alla nostra solitudine. Dobbiamo rassegnarci, come canta Don Backy che si sente “una nullità in questa grande immensità”.

Il Fatto Quotidiano, 14.10.2023