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L’Italia è un Paese davvero sbalordente, nel senso che riesce sempre a sbalordire, a stupire. Si è saputo che la nave che doveva alloggiare 2500 agenti di polizia addetti alla sicurezza del G7 è risultata marcia fino al midollo, i liquami dei cessi arrivavano fino alle cabine. Eppure c’era stata un’ispezione preliminare che non aveva riscontrato nulla di anormale. Dice Pietro Colapietro, segretario generale del Silp-Cgil: “Sul posto non ho visto nemmeno un parlamentare, né di maggioranza, né di opposizione”.

Ma come, noi siamo sotto gli occhi di tutto il mondo come organizzatori del G7 e ci esponiamo a una figuraccia del genere, peraltro sapientemente occultata dai media, di maggioranza e di opposizione? Dice ancora Pietro Colapietro che bisogna cercare e trovare i responsabili politici di questo disastro di immagine. Il primo è sicuramente il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi. Ma c’è anche la responsabilità del premier, Giorgia Meloni, che doveva controllare meglio le cose. Ho l’impressione che la premier, essendosi abituata fin qui a vincere tutte le partite, con merito, devo dire, abbia perso il contatto con la realtà, avvoltolandosi nella pericolosa convinzione di avere sempre ragione, anche perché intorno ha degli yes-men che non hanno né il coraggio né la voglia di contraddirla. Pericolosa convinzione, dicevo, perché è stata decisiva nella caduta di altri personaggi di ben diversa caratura politica, da Benito Mussolini a Bettino Craxi.

Meloni si è poi esaltata perché il suo “Piano Mattei”, coordinato con altri piani consimili, è stato accettato con entusiasmo dai leader occidentali del G7. E lo credo bene, perché il Piano Mattei e consimili sono un modo per rapinare ulteriormente l’Africa. Eni ed Enel non sono, notoriamente, agenzie di beneficenza e non è certamente un caso che i leader degli Stati africani oggetto di questo interesse non siano stati nemmeno consultati. Non c’è niente di più turpe e squallido di chi maschera le proprie rapine con la scusa di fare beneficenza. L’Africa Nera non ha bisogno di alcun aiuto peloso, ha bisogno solo che chi vi ci si è accampato si tolga dai piedi. All’epoca di un summit organizzato dal primo G7, quello in cui non c’era ancora la Russia che poi è entrata in questo Empireo per esserne di nuovo cacciata dopo la guerra all’Ucraina, i sette paesi africani più poveri del mondo con alla testa il Benin organizzarono un contro-summit al grido: “Per favore non aiutateci più!”.

Ma c’è chi va più in là, c’è chi sostiene che questo G7 è stato organizzato per definire una nuova organizzazione planetaria ai danni non solo dell’Africa ma dei Paesi del Centro e Sud America. C’è un’organizzazione che ha manifestato pacificamente sostenendo questa tesi. Non ne ricordo il nome perché anche questa manifestazione è stata accuratamente occultata. E in fondo l’opinione più onesta su questo G7 l’ha espressa la Cina, che pur sta invadendo l’Africa economicamente ma almeno senza darsi le arie del benefattore. Il portavoce del ministro degli Esteri cinese, Lin Jian, ha bollato il G7 con queste parole: “Pieno di arroganza, pregiudizi e menzogne”.

Gli Stati Uniti devono rassegnarsi, il Novecento è stato il “secolo americano”, il Duemila, nonostante tutte le loro guerre - guerre tutte venute in culo all’Europa e le loro pretese totalitarie in campo economico - sarà di altri: o della Cina o dell’Islam o dell’Isis. Un penny al lettore che indovina per chi sto io.

Ps. Che cosa vi avevo detto della Svizzera? Ha dato tre pappine all’Ungheria del “calcio relazionale” di Marco Rossi (“calcio relazionale”, non ci mancava che questa, in fondo il calcio, a dispetto degli allenatori che si credono degli dèi scesi provvisoriamente in terra, è una cosa semplice). Il risultato della Svizzera io l’avevo pronosticato prima della partita, ho un Supertestimone: Marco Travaglio. Infine è inutile che i giornali riempiano le loro pagine col G7 o altre stronzate del genere, cosa che sto facendo anch’io, perché ai lettori interessano solo gli Europei. A subire questo interesse sono soprattutto le donne che vengono ricacciate nel loro gineceo. A una donna bennata il calcio non interessa. Se invece si interessa al calcio va inserita nella lista LGBT.

Il Fatto Quotidiano, 21 giugno 2024

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“Silvio è vivo e lotta insieme a noi”. A un anno dalla scomparsa si sono innalzati infiniti epinici alla memoria dell’ex Cavaliere, dell’ex condannato per una frode fiscale colossale (altro che cash, cara Gabanelli), dell’ex detenuto, dell’ex delinquente, dell’ex fruitore di nove prescrizioni, dell’ex capintesta di una lotta senza quartiere contro la Magistratura e quindi l’ordine costituzionale. Non intendo qui occuparmi del politico la cui principale responsabilità, a mio vedere, è stata togliere agli italiani quel poco di senso della legalità e dell’onestà che gli era rimasto. È chiaro che vedendo che Berlusconi e i suoi amici violavano impunemente l’intero Codice penale, aggiustandosi per sé medesimi quello di Procedura, anche un italiano di suo mediamente onesto si deve essere chiesto “ma devo essere proprio io il più cretino del bigoncio”?

Intendo parlare del Berlusconi uomo, cui sono stati innalzati altrettanti epinici. Da molti, da moltissimi, non solo dai suoi familiari, sulle cui affermazioni è lecito applicare la tara degli affetti, Berlusconi è stato descritto come uomo “buono”. Ora a me riesce difficile definire “buona” una persona che, con la complicità di Previti, ha truffato per miliardi una minorenne, orfana di entrambi i genitori, morti in circostanze tragiche comprando per un tozzo di pane la villa di Arcore e un immenso territorio circostante (ci sono due sentenze della Magistratura che hanno accertato questa truffa, ma siccome i fatti risalgono ai primi anni Settanta tutto è andato nella solita prescrizione). A me riesce difficile definire “buona” una persona che, approfittando della sua carica di Presidente del Consiglio, manda una minorenne, la famosa Ruby Rubacuori, nelle braccia di Nicole Minetti che poi trasferirà Ruby in casa di una prostituta ufficiale. Questo mentre il Tribunale dei Minori di Milano, l’unico competente, aveva disposto che la ragazza fosse affidata a una comunità protetta.

Ma lasciamo quest’uomo pestilenziale, che per trent’anni ha avvelenato, politicamente e culturalmente, la storia del nostro Paese. Ed occupiamoci di cose più serie e più urgenti. E cioè il calcio.

Bisogna tornare ai tempi della gloriosa e mai dimenticata Coppa dei Campioni. Allora si affrontavano in incontri diretti le squadre vincitrici dei vari campionati europei. In uno scontro diretto poteva capitare che una squadra debole sconfiggesse una più forte. Ora che nella moderna Champions la qualificazione è a gironi è ovvio che passino solo le due squadre più forti, le altre scendono in quella ridicola competizione che è l’Europa League, una volta Coppa delle Fiere. Mi ricordo in particolare un Lugano – Inter in cui gli svizzeri vincendo a Milano per 1-0 si assicurarono il passaggio del turno. Me lo ricordo bene perché avevo giocato il Lugano, dato a una quota molto alta. Forse gli interisti avevano sottovalutato gli svizzeri che però a calcio sanno giocare. Anche quest’anno, per gli Europei, hanno una bella squadretta. Fra i pali c’è Sommer, il portiere dell’Inter, i centrali sono Akanji, stopper del Manchester City, non so se mi spiego, ed Elvedi del Borussia Moenchengladbach, che ho visto ridicolizzare Lukaku, non era difficile, ma anche Haaland perché è grosso quanto loro ma ha riflessi più veloci. Ma forse la vera forza della Svizzera è a centrocampo con Xhaka, uno dei migliori assistman del circuito insieme a Kevin De Bruyne (in corsa quest’anno per il pallone d’oro), Freuler, Shaqiri. Il problema della Svizzera è che non ha più un centravanti dai tempi preistorici di Chapuisat. Ci hanno provato col giovanissimo e promettente Embolo, di origine camerunense, un nero che sembrava appena sceso dalle liane, ma Embolo non è mai stato all’altezza delle aspettative. Ci hanno provato con Seferovic, che gioca bene ma non centra mai la porta e non ha tiro. Un po’ come il Sanabria del Torino. Un centravanti che non ha tiro “non se po’ vede’”. Quindi il destino della Svizzera, come ci dice la storia degli ultimi anni, è di non perdere una partita ma di non passare mai il turno perché ha fatto troppi pareggi.

Adesso si è studiata una nuova formula per la Champions. A gironi non sarà solo la prima parte delle qualificazioni, ma anche la seconda. Quindi più partite, più incassi, meno possibilità per squadre che non hanno 35 giocatori, dove le riserve equivalgono i titolari. Adesso ci si è anche inventati un “mondiale per club”, che non si capisce bene che cosa sia e a cui si sono opposti i calciatori perché è disumano farli giocare 69 partite l’anno. Non ci si può poi meravigliare se i ragazzi si rompono ad ogni momento. Inoltre, nei bei tempi andati, a luglio e agosto di calcio non se ne parlava più. Invece adesso impera il calciomercato e si organizzano grottesche partite in Qatar o in Arabia Saudita sotto un caldo atroce.

Tutto in nome del dio quattrino. Ma questa fagia di denaro porterà inevitabilmente, come ogni eccesso, alla scomparsa dell’oggetto di cui si occupa. “Così gli apprendisti stregoni avranno ucciso la ‘gallina dalle uova d’oro’ e il razionalismo nella forma del denaro avrà realizzato, è il caso di dirlo, l’ennesimo autogol” (Il denaro “sterco del demonio”, 1998).

Il Fatto Quotidiano, 18 giugno 2024

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In un blitz in un campo profughi della Striscia, due giorni fa, per liberare quattro ostaggi gli israeliani hanno ucciso 274 civili ferendone 698. Fra i morti ci sono anche tre ostaggi (fuoco amico). Nel frattempo, a sentire il Guardian, quotidiano inglese molto autorevole e in genere imparziale, e anche due testate israeliane, +972 Magazine e Local Call, Fatou Bensouda, donna, del Gambia, ex procuratore capo della Corte penale internazionale dell’Aia dal 2012 al 2021, è stata minacciata dal governo di Netanyahu, non minacce generiche ma minacce di morte per lei e la sua famiglia come si evince da un’intercettazione dell’allora capo del Mossad: “Dovresti aiutarci e lasciare che ci occupiamo di te. Sarebbe meglio che tu non entrassi in cose che potrebbero compromettere la tua sicurezza o quella della tua famiglia”.

Comunque, minacce o non minacce, non sarà certo la Corte internazionale dell’Aia a poter fermare gli assassini israeliani che non si fanno scrupolo di sparare sugli ospedali, sui medici, sui pazienti, sulla Croce Rossa, sulla Mezzaluna Rossa, sulle organizzazioni internazionali e sulle Ong umanitarie. Per molto meno di questo altri Paesi o loro esponenti finirebbero davanti alla Corte penale internazionale dell’Aia, com’è avvenuto per Putin.

A fermare quest’orgia degli orrori commessi da Israele potrebbero essere gli Stati Uniti togliendo allo Stato ebraico gli aiuti militari. Ma Biden non ci pensa nemmeno e neppure il meno guerrafondaio Trump potrà far nulla, perché negli Stati Uniti la comunità ebraica è fortissima. Trump, se sarà rieletto Presidente, potrà fermare la guerra russo-ucraina perché la comunità ebraica internazionale non vede di buon occhio l’Ucraina che, durante la seconda guerra mondiale, si rese responsabile di un sanguinoso pogrom antiebraico senza che i nazisti gliel’avessero chiesto. Ma più in là The Donald non potrà andare.

L’Unione Europea, diciamo più in generale l’Europa, potrebbe avere un ruolo. Come? Con sanzioni economiche. Sanzioni economiche sono state comminate all’Iran e alla Corea del Nord che non hanno mai aggredito nessuno, non si vede perché, di fronte al massacro quotidiano di civili palestinesi, mille al giorno, circa, Israele dovrebbe esserne esentato. I Paesi europei potrebbero ritirare i propri ambasciatori a Gerusalemme e cacciare l’ambasciatore israeliano dai propri Paesi. Per far questo ci vorrebbe un’Europa forte, politicamente unita, armata e nucleare che era l’obiettivo di Angela Merkel. Ma quest’Europa, sia governata da Ursula von der Leyen o da chi altro, non c’è. Rimane una “utile idiota”, serva degli Stati Uniti che mai abbandoneranno Israele che è la loro “punta di lancia” in Medio Oriente. E qui il cerchio si chiude.

Il Fatto Quotidiano, 13 giugno 2024